Dialogo fondamentale per la pace tra i popoli

Il 4 novembre è la festa dell’Unità nazionale e la Giornata delle forze armate. Quel giorno del 1918 entrò in vigore l’armistizio di Villa Giusti (a Padova) che “consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca rinascimentale”. Ad Occhiobello la storia è stata approfondita con la “lectio magistralis” tenuta, questa mattina, dalla professoressa, nonché sindaco, Sondra Coizzi agli alunni delle 3e classi dei plessi della secondaria di I grado del locale Istituto Comprensivo. A far gli onori di casa, nell’auditorium di via Amendola, il dirigente, dottoressa Giuliana Cardelli, che, oltre a ringraziare l’illustre relatore, ha sottolineato l’importanza della tematica che merita questo focus ed una riflessione attenta, forte così come il rispetto dei luoghi pubblici ed i corretti comportamenti da tenere per preservarli e garantire la serena, civile convivenza tra le persone.

E’ stato un convegno interessante, bidirezionale in quanto i ragazzi sono intervenuti rispondendo alle domande evidenziando così la propria conoscenza dell’argomento, ma soprattutto esprimendo i propri pensieri sulla guerra (innescata sovente da mire espansionistiche o da divisioni interne) e sulle modalità per ottenere e mantenere la pace nel mondo. Tutti concordano sulla rilevanza, in tal senso, del dialogo. Da non trascurare neppure la capacità di ragionare, riflettere sui motivi di tensione prima di agire con le armi. Per Costituzione “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (articolo 11), ma è comunque dotata di un esercito da impiegare per la difesa dello stato e dei suoi confini, nelle missioni di pace con l’Onu e nelle operazioni della Nato (di cui è 1 dei 12 paesi fondatori nel 1949). Dopo l’Unità (1861) le forze armate sabaude inglobarono quelle minori, poi, nel 1947 fu varato il Ministero della Difesa che comprende l’esercito (includeva pure l’Arma dei Carabinieri che, poi, dal 31 marzo 20200, è autonoma), la Marina Militare e l’Accademia Aeronautica (della quale ricorrono i 100 anni dalla costituzione).

Un ampio capitolo che è stato spiegato con l’ausilio di slides (contenenti foto dell’epoca, pagine di giornali, vignette) usate anche per narrare un’altra pagina importante della storia mondiale. Il primo conflitto (1914/18) in cui, per l’Italia, persero la vita moltissime persone (anche giovanissimi di 15/17 anni mandati al fronte quando i maggiorenni iniziarono a scarseggiare) che combatterono per avere uno stato libero, democratico dove i residenti potessero vivere in pace ed oggi siamo tra le poche nazioni dove questo clima sussiste. Gaza e l’Ucraina sono gli scenari bellici più raccontati dai media, ma ce ne sono tanti altri come ricordato, più volte, anche da Papa Francesco. In quel 1914 c’erano la Triplice Intesa (Regno Unito, Francia, impero russo) e la Triplice Alleanza (Germania, Italia, impero austroungarico) che erano in competizione economica e politica (avendo forme di governo diverse, opposte). In più nei Balcani c’era malcontento e l’assassinio, a Sarajevo, dell’arciduca Francesco Ferdinando (figlio dell’Imperatore asburgico) fu la scintilla che innescò il conflitto che gli strateghi militari pensavano fosse di breve durata, invece, furono 4 anni molto cruenti, duri. Ben presto da scontro di “movimento” divenne “di posizione” (con il varo delle trincee) specie sul fronte occidentale.

L’Italia vi partecipò per conquistare le terre irredenti (cioè non liberate nel 1861, ovvero l’Istria, il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia che erano sotto gli Asburgo) nonostante una parte della popolazione era contraria (ci fu un forte dibattito interno) all’ingresso nella guerra. Uscì dalla Triplice Alleanza e, con il patto di Londra (1915) passò con l’Intesa ed il 24 maggio attraversò il Piave (in quel periodo il livello era basso) attaccando l’Austria. La disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917) fu terribile e sembrava il preludio della sconfitta definitiva ed, invece, ci fu un rigurgito d’orgoglio e, a Vittorio Veneto (tra il 24 ottobre ed il 4 novembre 1918), arrivò il successo determinante insieme all’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti (al fianco dell’Intesa) che, per la prima volta, usarono aerei con le mitragliatrici mentre i tedeschi avevano inventato i sottomarini, ma le loro linee furono sfondate nel 1918. Il 3 e l’11 novembre furono firmati gli armistizi con gli italiani che gioirono nelle piazze per il successo ottenuto.

Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma”. Su questa vicenda la Rai ha realizzato la significativa docufiction “La scelta di Maria” che merita di essere vista. Ogni anno, in quella data una cerimonia ufficiale è tenuta nella capitale alla presenza del Presidente della Repubblica, numerose altre sono svolte lungo lo stivale perché è giusto ricordare, rendere omaggio a quei combattenti, ai loro valori, ideali e su questi riflettere.

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