Gli studenti a lezione dalla Polizia di Stato

“La Questura di Rovigo per le Scuole” è il progetto per sensibilizzare, informare i minori sui rischi, sulle conseguenze di certi comportamenti, sui limiti da rispettare nell’agire. Dato che in Italia sono statisticamente in aumento i casi di bullismo e della sua versione cyber i funzionari della Polizia di stato negli incontri, tenutisi presso l’auditorium di via Amendola, con gli studenti della secondaria di I grado “Dante Alighieri” e “Carlo Cattaneo” (dell’Istituto Comprensivo Occhiobello) si sono concentrati su questi temi.

Oggi, ma già da alcuni anni, i bambini hanno un proprio telefono cellulare con connessione internet grazie alla quale giocano sulle piattaforme, comunicano sui social (sempre più numerosi) e lo fanno sovente con troppa leggerezza, superficialità, senza pensare alle ripercussioni di certi gesti che sembrano innocui, ma non lo sono. Doveroso, quindi, ribadire, i concetti espressi dai genitori, ma soprattutto dettagliarne altri con un linguaggio semplice, chiaro, ma specifico.

In primis è stato ricordato cos’è il bullismo, ovvero, azioni di prepotenza, di violenza poste in essere da uno o più soggetti nei confronti di uno o più altri. Sono condotte lesive della sfera personale. Possono essere atti fisici (percosse), verbali (insulti, minacce) o psicologici (più difficili da cogliere, condizionano l’altro, ne possono determinare l’esclusione da gruppi). Nella versione cyber questi avvengono online, su piattaforme che vanno usate con giudizio, attenzione, senza esporsi troppo, interrompendo comunicazioni che stanno diventando pericolose, non vergognandosi di parlare con un adulto o un amico (aiutarsi a vicenda, darsi conforto, non colpevolizzarsi). Conviene sempre segnalare anche quando si ha soltanto la percezione, il sospetto che sia in essere qualcosa di pericoloso. Non bisogna aver paura della polizia, recarsi presso gli uffici, telefonare al 112 o 113 (l’operatore raccoglie tutte le informazioni date), usare l’app Youpol (è possibile scrivere messaggi inerenti episodi di bullismo, violenza domestica, droga, mandare video e audio, ma, soprattutto, chiedere l’intervento di una pattuglia).

Il mondo moderno è bello, ma rischioso perché internet è utile per tante operazioni, ma nasconde molte insidie perché, pur essendoci delle precise regole, non tutti le rispettano (non solo sul dark web). Occorre essere parsimoniosi nell’inserimento di notizie, dati, foto, video su se stessi o altri perché questi restano memorizzati nel tempo ed una volta immessi non né abbiamo più il pieno controllo, non possiamo monitorare il loro “cammino”. Occorre buon senso nella pubblicazione, ma anche nella condivisione di contenuti poco rispettosi (anche se sembrano divertenti, simpatici) creati da altri, anche se amici reali.

Gli agenti hanno, poi, elencato e spiegato i reati che sono stati delineati, in maniera precisa, chiara dal legislatore. Valgono per qualsiasi piattaforma e social.

La sostituzione di persona si concretizza quando è creato un profilo falso per ottenere informazioni, dati sensibili ingannando l’altro.

Lo shaming (letteralmente vergogna) si verifica quando si pubblicano contenuti che creano disagio ad altri. Si ha, invece, il body shaming quando il file, il post è inerente la condizione fisica, il corpo di un soggetto.

Il revenge porn si ha quando sono diffuse immagini intime di una persona senza il suo consenso. E’, invece, una condotta estorsiva la richiesta di denaro per non pubblicare quelle foto.

Per trattamento illecito di dati personali s’intende l’uso, non autorizzato dal titolare, di questi. Spesso si associa ad un utilizzo in modo improprio.

Gli atti persecutori sono quei comportamenti che condizionano gravemente ed in maniera negativa la vita di un altro che è costretto a cambiare le proprie abitudini.

L’ingiuria è l’offesa (parole lesive dell’onore, della dignità, dell’integrità) rivolta ad un individuo che è presente in quel momento. La diffamazione è, invece, destinata ad uno che è assente. Entrambi i reati sono puniti sia se commessi nella vita reale sia in quella virtuale. In entrambe vige la libertà di espressione, ma questa non deve mai incidere sulle libertà personali altrui, quindi, massima attenzione ai post ed ai commenti inseriti sui social.

La pubblicazione di foto di nudo, di sesso esplicito è una fattispecie difficile da capire perché cumula più condotte lesive tra queste la pedopornografia (la produzione, la detenzione, la diffusione di tali contenuti aventi ad oggetto minori).

I siti promia sono quelli dove sono riportati consigli per dimagrire da soggetti che non hanno alcun titolo di studio adeguato. Chi li segue rischia l’abulimia, l’anoressia.

In conclusione sono state enunciate, per grandi linee, le sanzioni previste dall’ordinamento giuridico italiano che ha stabilito una distinzione precisa tra minori e maggiori di 14 anni. Ai primi sono comminate solo sanzioni disciplinari o pecuniarie. I secondi si presume siano più maturi, quindi, più consapevoli delle conseguenze dei propri gesti e, quindi, rischiano anche l’ammonimento del Questore (un invito a desistere altrimenti si procederà con un procedimento penale che, però, scatta subito con gli over 18).

Sono state lezioni dinamiche, vive, in cui gli studenti hanno ammesso di usare i social, mostrando, però, una discreta padronanza della materia. Hanno raccontato episodi di cui sono venuti a conoscenza, anche simili a quelli presenti nei video che sono stati proposti. Lunedì 8 aprile ci sarà l’ultima sessione con i bambini della scuola primaria “Martin Luther King” e “Carlo Collodi”.





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