Una periferia dimenticata di Quarto

Si rischia l’effetto ghetto. E’ la frase forte, significativa che caratterizza l’incontro tenutosi nella sala conferenze del Centro Educativo Diocesano (in via Plinio il Vecchio) tra i residenti in questa zona ed i candidati sindaci (presente Rosa Capuozzo, assente Gabriele Di Criscio). “Un’assemblea voluta, concordata per riflettere insieme sulla specificità di quest’area – chiarisce don Gennaro PaganoUna riunione molto pratica per conoscere le volontà per questo territorio dove sorge questa struttura e si sta completando la Chiesa Maria Regina della Pace. Due realtà che offrono tanti servizi alla comunità garantendo un risparmio all’ente fornendo psicologi ed un centro diurno per minori dove arrivano persone segnalate dagli uffici sociali”. Adulti e bambini che, però, non sempre riescono ad arrivare in questo luogo per la carenza di mezzi pubblici. Non ci sono, infatti, bus che collegano questa parte di Quarto con le altre ed in particolare con il centro. Conseguenza di un appalto costoso, ma poco efficiente, con le corse che terminano nel primo pomeriggio, ma non sono chiari, noti gli orari delle partenze e le “fermate”. A questa “grana” si sommano le difficili condizioni delle strade con un tratto di via Spinelli che è stretto, al buio e sovente trasformato in ricettacolo di rifiuti di ogni genere da incivili che non eseguono la differenziata. Quando piove, poi, l’acqua non defluisce ed i pedoni sono costretti a guadare il fiume. Ci sono, inoltre, i due ponticelli a senso unico (uno regolato dal semaforo, l’altro no). L’ultimo stint verso il complesso sacro è interpoderale e non comunale. “Questa zona è sempre più frequentata da fedeli locali e non solo – sottolinea don Fabio De LucaI secondi sono stupiti dalle difficoltà che notano. Analizzandole ed indagando abbiamo scoperto che c’era un progetto per realizzare un collegamento con via Lenza Lunga, ma il mancato accordo con i proprietari di alcuni terreni da espropriare ha fatto saltare tutto. Con 3,5 milioni di euro di fondi regionali abbiamo perso la possibilità di avere anche marciapiedi e fogne”. L’individualismo di pochi ha penalizzato una comunità che si sente abbandonata, dimenticata. Non ha più la scuola materna Serao ed ora anche le prime elementari non si sono costituite a vantaggio di plessi che sono super affollati. L’unico luogo di aggregazione è la Parrocchia (così come per tutto il paese) che si “carica” sulle spalle quest’impegno, ma non basta. Per le cave erano stati annunciati, in passato, diversi progetti, ma nessuno è stato realizzato ed una è stata riempita con materiale ignoto. Il territorio è poco controllato e le telecamere della videosorveglianza non funzionano. Numerosi particolari, dati che denotano come le trascorse giunte abbiano trascurato un’area dove poteva sorgere una discarica e solo grazie all’interesse del vescovo (con l’idea del Centro Educativo Diocesano e del Santuario) e l’impegno dei residenti ciò non si è concretizzato. Ora per voltare pagina in maniera netta, definitiva, completa occorre l’azione del futuro sindaco e degli assessori che dovranno abbinare alle parole, le promesse, i fatti altrimenti l’effetto ghetto si concretizzerà.

 

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