Diventare una comunità più unita, compatta

I numeri dicono tanto, non tutto, ma definiscono uno scenario abbastanza, palese. C’è distacco tra una parte degli aventi diritto di voto di Occhiobello (9600 per l’8 ed il 9 giugno) e le urne.

Considerando le tornate svoltesi negli ultimi 5 anni, eccetto il picco per le politiche del 2018 con 6818 (78,42%) voti espressi per il Senato e 7263 (78,45%) per la Camera, i dati (Fonte archivio storico Eligendo del Ministero dell’Interno) sono sempre più bassi: 6514 (70,40%) per le medesime del 2022, 5755 (62,21%) per il referendum e 5747 (59,86%) per le regionali del 2020 (in piena pandemia da covid 19), 6777 (70,29%) per le amministrative del 2019quando 2865 persone (pari al 29,71%), non si recarono proprio ai seggi (dove, poi, nello scrutinio furono trovate 148 schede bianche e 339 non valide). Soffermandoci solo sulle cosiddette comunali, le cifre del 25 maggio 2014 sono pressochè in linea: 6661 (70,76%) con 181 bianche e 410 non valide.

La freneticità della vita moderna non è una motivazione forte, plausibile per una scelta chiara, frutto di una riflessione che ha determinato un continuo, costante calo di interesse verso quest’ambito della società, una minor fiducia nei candidati al di là del colore politico, delle ideologie. E’ una tendenza nazionale, ma deve far riflettere quando si verifica in ambito locale soprattutto se di dimensioni ridotte (con il dovuto rispetto, senza fraintendimenti) e con un format elettorale in cui basta una preferenze in più per governare. Si diventa sindaco di tutti, ma non lo si è.

Ci sono tanti (di origine ferrarese o provenienti da altre città e regioni) che risiedono, ma non vivono il paese, non interagiscono molto con gli altri (cittadini, chiese, associazioni), eccetto le attività commerciali (per le necessità più strette), per la scuola, non conoscono pienamente i servizi disponibili (pubblici e privati), le potenzialità del territorio del quale, però, subiscono certi disagi, mancanze, ma non si lamentano perché concentrati su altro o pensano di andar via. Sono queste persone che devono essere informate, attirate, incuriosite perché dialogando con loro possono nascere spunti per altre idee, per rifinire quelle già elaborate e far compiere così un ulteriore step di crescita ad Occhiobello che ha una superficie estesa, spazi verdi da fruire, sempre più locali inutilizzati, attività commerciali da supportare semplicemente con gli acquisti, associazioni da premiare ulteriormente per l’impegno con le presenze alle iniziative. Diventare una comunità più unita, compatta, forte, attraente.

Questa deve essere la mission di un politico che opera per il bene del paese. Le ideologie (destra, centro, sinistra) contano, ma ho sempre sostenuto che in realtà medio piccole (provengo da Quarto Flegreo con quasi 40000 abitanti, non da Napoli, Milano, Roma) rilevanti sono i fatti per risolvere determinati problemi, mancanze che non hanno colore perché sono evidenti, lampanti.

Mi auguravo una campagna elettorale basata soltanto sui contenuti (esposti in maniera chiara, semplice, dettagliata), invece, ci sono diverse polemiche, frecciatine (spesso tramite i social) che non sono utili alla comprensione dei programmi, dei progetti per il futuri ed alla riduzione sensibile del dato degli astenuti.





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