Le dimissioni improvvise, inaspettate, di Papa Benedetto XVI sono state un fatto che ha sconvolto la vita della Chiesa e dei milioni di fedeli sparsi nel mondo. Le principali testate giornalistiche trattarono approfonditamente l’evento. Risonanze Mediatiche decise di farlo in maniera diversa, alternativa, chiedendo un opinione ad alcuni sacerdoti del territorio.
Un lunedì come tanti, un po’ particolare per l’avvicinarsi del 24 e 25 febbraio (gli italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento), è stato stravolto dalla notizia delle dimissioni di Benedetto XVI che, dalle ore 20 del 28 febbraio prossimo, non sarà più Papa e Vescovo di Roma. Una decisione sulla quale sono stati spesi fiumi di inchiostro. “La rinuncia ha sorpreso tutti, me compreso – ammette don Felice Ngolo, vicario della Chiesa di San Salvatore al Rione Gescal (Pozzuoli) – Una sorpresa anche perché tutti abbiamo ancora in mente il lungo Pontificato di Giovanni Paolo II. Inoltre, nella storia recente della Chiesa non si è mai verificato una cosa del genere. Un gesto di grande responsabilità e umiltà. Ratzinger è ben consapevole delle esigenze della sua missione, delle sue capacità, dei mezzi di cui dispone ed anche dei suoi limiti… E quindi è una decisione da rispettare, che costituisce nello stesso tempo un bell’insegnamento sia per il potere spirituale che per quello temporale”. Un’opzione consentita dal diritto Canonico, ma comunque particolare. “Effettivamente la legge vaticana prevede la rinuncia che, quindi, è normale. Fa notizia perché si tratta del Papa e perché negli ultimi secoli non abbiamo mai assistito alle dimissioni di un Pontefice”. Inoltre, prima di Benedetto XVI c’è stato Giovanni paolo II che, negli ultimi tempi del suo Pontificato, era in condizioni fisiche molto precarie, ma è andato avanti sino all’ultimo dei suoi giorni. Il suo successore ha, invece, optato per la soluzione opposta. Come giudica i due comportamenti? “Entrambe le modalità sono valide. Il primo ha voluto manifestare una certa partecipazione alla sofferenza di Cristo Maestro che ha portato la sua croce fine alle fine. Una decisione condivisibile. Il secondo invece, con tanta umiltà, ha voluto servire nella sincerità; non ha voluto ingannare nessuno, ne se stesso”.
A poche ore dall’annuncio dell’abdicazione di Papa Benedetto XVI, abbiamo incontrato Don Giorgio Solatorio, vice Parroco della Chiesa Gesù Divin Maestro di Quarto Flegreo. “Ritengo che i fedeli abbiamo appreso la notizia con stupore, ma soprattutto con dispiacere poiché sono abituati a vedere nel Santo Padre una persona con una forza fisica e morale superiori agli altri. Il suo, invece, è stato un atto di coraggio e modestia in quanto ha dichiarato di sentire di non avere più la forza fisica per adempiere al suo delicato compito”. A gravare sul giudizio dei credenti il paragone con Giovanni Paolo II che invece ha proseguito nel suo mandato nonostante la salute cagionevole. A questo nostro pensiero il Sacerdote dichiara che probabilmente anche Papa Woytila avesse pensato all’abdicazione. Sulla base della nostra opinione secondo cui ad un’età avanzata non sia più possibile adempiere a copiosi impegni Don Giorgio non esclude che un giorno la Chiesa possa pensare ad un’età di congedo per i Pontefici, cosi come esiste per Sacerdoti e Vescovi. Interessante anche quanto postato su facebook da don Fabio De Luca. “La madre degli stolti è sempre incinta“…. Gli stessi che da quando é stato eletto Papa non hanno fatto altro che dire che se ne doveva andare, che si doveva dimettere, che era meglio che morisse, adesso stanno dicendo di tutto e di più sulle sue dimissioni. Cercano i motivi più disparati, lo indicano come traditore o vigliacco. Ma non avete un minimo di dignità così per una volta decidete di pensare prima di parlare?”.
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