Don Christian: “Parlare con Cristo e tra noi”

Il giorno dopo la sua ordinazione sacerdotale don Christian rilasciò una bell’intervista per il numero di febbraio del mensile “Quarto Magazine”. Questo il testo di quella chiacchierata forte, profonda.

Il tono pacato, tipico dei religiosi, cela una personalità bella, forte che si esplicita in parole e modi semplici, gentili, ma dal profondo significato. Dalla serata di giovedì 11 febbraio, per molti è don Christian Suriano. “L’emozione è tanta e deriva proprio dall’Ordinazione sacerdotale che è il momento in cui il Signore ti dona una grazia particolare – rivela – Si ha anche un po’ paura nel riceverla perché il dono è molto più di quanto noi siamo realmente. L’emozione è rafforzata dal fatto che la celebrazione è avvenuta a Quarto, con i miei concittadini, nella mia parrocchia, nella Chiesa Santa Maria Libera Nos a Scandalis dove c’è la Madonna a cui sono particolarmente legato. All’inizio della funzione, entrando nell’aula liturgica, ho guardato lei ed in particolare i fiori che avevo deposto”. In quei passi verso l’altare era evidente la sua giusta tensione prima di un rito che ha arricchito ulteriormente la sua vita. Un passo importante, fondamentale, gioioso frutto di “una scelta significativa per la quale ci vuole coraggio e lui lo ha avuto” come ha sottolineato l’Arcivescovo Segretario della Congregazione Istituti di vita Consacrata e Società di Vita Apostolica Jose Rodriguez Carballo che ha ricordato come Dio “lo ha amato e, un giorno quando era bambino lo chiamò per essere suo amico, discepolo, pescatore di anime”. “A circa 9 anni ero un ministrante – racconta il giovane prelato – Dentro di me avevo un piccolo segno, ma poi sono accaduti alcuni eventi, parrocchiali e non, che mi portarono a prendere le distanze dalla Chiesa. Durante l’adolescenza ho vissuto una fase di ribellione al Padre, ai Sacerdoti, alla famiglia. Pur avendo valori precisi, importanti trasmessi dai miei genitori sono cresciuto prettamente in strada, vivendo con i ragazzi, compiendo diverse azioni tipiche di quell’età, ma poi ho incontrato il Signore che mi ha convertito, cambiato. Sono contento di aver vissuto tra i giovani perché quell’esperienza mi aiuta a comprendere le medesime altrui e mi consente di dire ai genitori di non preoccuparsi ed ai ragazzi che posso aiutarli ad incontrare Dio. Nella vita si fanno tante cose, anche negative, ma dietro ognuna di esse c’è sempre un perché. Li invito a non aver paura perché alla fine incontreranno sempre Dio. Li consiglio di pregare, ma anche di fare un po’ di silenzio ed ascoltare la voce del Padre, di parlare tra loro e soprattutto con Lui”.

Un messaggio chiaro, diretto: la fede aiuta a superare i momenti più bui, difficili. “La mia ultima fidanzata era cattolica molto praticante – prosegue – Ebbe la forza, il coraggio di trascinarmi in Chiesa e lo fece con gli esempi più che con le parole. Il mio cuore era duro come una pietra, ma il Signore lo ha ammorbidito e riempito di dolcezza e di amore. Lo ha fatto soprattutto attraverso la confessione”. Un giorno, poi, accadde un episodio che risulterà determinante nella sua esistenza. “Ero nella Chiesa del Sacro Cuore di Cavallaggeri Aosta e – descrive – mentre camminavo nella navata centrale alzai lo sguardo verso il lato destro dell’altare e vidi la statua della Madonna di Lourdes e, improvvisamente, sentii una voce di donna che mi parlava: ti voglio sacerdote”. Dopo iniziò un contrasto interiore durato per quasi un anno. Da un lato c’era la “voce”. Dall’altro la paura, l’angoscia nel dover lasciare tutto (un lavoro, l’auto, i soldi, le donne). Scegliere era difficile ed i segnali non lo aiutavano. “Accaddero alcuni episodi che in quegli istanti erano incomprensibili, ma a posteriori gli ho dato una precisa spiegazione – aggiunge – Una settimana dopo la voce sentita, una persona mi disse che mi vedeva bene nel ruolo di sacerdote. La stessa considerazione fu espressa, successivamente, anche dalla mia ragazza. Io avevo paura di lasciare la mia vita, così un’estate, a luglio, lasciai la fidanzata ed andai in vacanza in Sardegna, un intero agosto, con alcuni amici con l’intento di divertirmi, ma il mio cuore era sempre infelice. Ero alla ricerca di qualcosa. Al ritorno andai nella casa della famiglia vocazionista ad Altavilla Silentina per eseguire degli esercizi spirituali. Vi rimasi per due settimane ed in quel silenzio, nell’ascolto della Parola di Dio, nella pace interiore, con l’aiuto di un sacerdote, trovai quello che cercavo da tanti anni e compresi che la mia vita si sarebbe arricchita e non impoverita seguendo il Signore. Questa mia esperienza deve essere di insegnamento a quanti sono in crisi. Sulla terra compiamo numerosi gesti perché cerchiamo qualcosa. Non tutti devono scegliere la vita religiosa ma sono convinto che cerchiamo l’amore che io l’ho trovato in Gesù Cristo e Lui è amore per tutti in altre forme”. Ognuno lo troverà con i propri tempi. Per Christian è accaduto a 19 anni, dopo 7 in cui si definiva ateo. L’incontro con il Padre lo ha portato a completare i suoi studi, ad intraprendere quelli di Filosofia (a Posillipo) e teologia (tra l’Inghilterra e Roma), l’anno di noviziato (in Inghilterra). “In questa fase spiritualmente ed umanamente, don Salvatore Musella mi ha aiutato a crescere, ad ascoltare più in profondità la voce di Dio ed ha rafforzato la mia vocazione. Nella parte iniziale del mio percorso è stato importante don Giuseppe Ferrara. Mi ha aiutato a discernere la mia vocazione. Averla nella società contemporanea non è semplice, è un po’ difficile lasciare tutto per seguire il Signore. Ringrazio, la mia famiglia naturale che mi ha donato la vita, la famiglia religiosa ed, in particolare, don Antonio Petracca: in generosità nessuno lo batte. E stato veramente un padre. Mi ha accolto con tanto amore, mi ha fatto sentire un figlio prescelto”.

La bella celebrazione di giovedì è stata pianificata con la sua “regia”. Tutto è stato pensato, definito, curato nei minimi particolari per rendere il momento solenne e piacevole. Nelle prime file i religiosi e la famiglia Suriano. “Mamma e papà sono stati felicissimi di questa mia scelta che hanno sempre condiviso – rivela – All’inizio mio fratello e mia sorella avevano dei dubbi. Hanno molti anni più di me e, per il mio futuro, avevano altri progetti, ma poi seguendo il mio cammino, notando il mio cambiamento, la felicità che provavo hanno compreso e condiviso la mia decisione. E giovedì sono stati i primi a piangere per la commozione e questo mi ha colpito”. Istanti che rimarranno sempre nel cuore di tutti loro. Durante la Messa di Ordinazione ha avuto la possibilità di benedire i presenti. Domenica (alle ore 18) ha presieduto la sua prima Celebrazione Eucaristica nella sua Parrocchia che, però, non sarà la sua sede. “Non so ancora dove andrò, ma ho fatto voto di obbedienza ed accetterò la destinazione che mi sarà indicata dai miei superiori – dice – Non ho un luogo preferito. Sicuramente l’Italia ha bisogno di preti, soprattutto in alcune regioni. Ovunque andrò sarò guidato dal motto dei San Mattia Onlus “Accolti per accogliere”. Sono stato accolto da Dio ed ora voglio accogliere gli altri, soprattutto le persone della periferia che hanno bisogno di amore e possono donarlo”. Sarà un sacerdote di strada, sempre vicino agli ultimi, agli emarginati. “I Vocazionisti hanno 13 missioni che aiutano spiritualmente, umanamente i cittadini in Italia ed in alcuni stati poveri come la Nigeria, la Colombia, l’Ecuador, le Filippine, il Madagascar, l’Indonesia. Aiutiamo le vocazioni al sacerdozio non solo per la nostra congregazione, ma per la Chiesa intera: aiutiamo a discernere, accompagniamo a questo servizio. E’ una della finalità della congregazione religiosa in cui ho sempre desiderato essere. Avverto profondamente la presenza, nella mia vita, di don Giustino: anche lui mi ha chiamato. Siamo una famiglia che aiuta le vocazioni al sacerdozio e non solo. La prima è alla vita, la seconda alla santità, la terza è particolare. Ad ognuno di noi il Signore dona una missione, chiama ad un compito, attraverso cui portare a gloria il Signore. Dobbiamo eseguirlo nel miglior modo possibile. La vocazione più bella è curare te nella vita, essere una persona migliore”. Un ultimo forte messaggio ai parenti, agli amici, ai conoscenti.

 

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IL RACCONTO DELLA CERIMONIA DI ORDINAZIONE

L’emozionante ordinazione sacerdotale di Christian Suriano

 

 

 





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