ESCLUSIVA RM. La cosiddetta “montagna spaccata” altro non è che un taglio artificiale operato dall’uomo su un costone roccioso per consentire la comunicazione tra due comuni confinanti. Tale opera ingegneristica fu realizzata dagli antichi romani in corrispondenza del “quarto miglio” della via Antica Consolare Campana per creare un attraversamento stradale carrabile al file di agevolare il transito delle mercanzie provenienti dal porto commerciale dell’antica Puteoli e destinate a Roma.
Attualmente, la Montagna Spaccata ricade nel Comune di Pozzuoli e confina con il Comune di Quarto e Napoli (contrada Pisani/quartiere Pianura). Tale varco, oggi, rappresenta il principale collegamento viario con il comune di Quarto ed i paesi a nord di esso.
L’affluenza è massiccia durante tutta la giornata. Migliaia di veicoli a motore (leggeri e pesanti), transitano in quel breve tratto di asfalto la cui sicurezza è affidata solo alla buona sorte o alla abilità dei conducenti. La sezione trasversale della carreggiata, infatti, è minima e tutto il tratto viario è sprovvisto di segnaletica stradale o adeguata illuminazione.
Di sera, la visibilità si riduce a zero; i fianchi inclinati della montagna, rivestiti in opus reticolatum (in pessime condizioni considerato l’alto inquinamento dei gas di scarico) non sono illuminati e l’attraversamento, pertanto, risulta molto pericoloso.
L’architetto Mauro Di Vasta, residente in Quarto dal 1998 nonché nuovo Coordinatore del Gruppo Comunale Volontari di protezione Civile di Quarto, ha più volte sottoposto il problema all’Assessore Alfonso Artiaco (delegato al traffico e viabilità, trasporti, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico, archeologico e monumentale del Comune di Pozzuoli).
Nella sua prima missiva pec del 25 febbraio 2015, l’arch. Di Vasta sottolinea come “non occorrano spese eccessive o appalti pubblici particolari. Basterebbe solo evidenziare la carreggiata con una semplice segnaletica stradale o apporre qualche faro led lungo il tracciato viario al fine di garantire la sicurezza dei mezzi e o dei pedoni che l’attraversano incoscientemente“.
Consapevole che si tratta di un bene storico archeologico da tutelare, l’architetto pone l’attenzione sull’incongruenza tra il concetto di tutela ed uso non consono del bene in questione. Resta sempre un nodo scoperto; la sicurezza degli automobilisti e dei pedoni.
Da notare altresì, che il primo tratto di strada che accede nel Comune di Quarto, (ancora Comune di Pozzuoli) è sprovvisto di illuminazione pubblica il che rende lo scenario veramente deprimente e rischioso. Dopo questa lettera l’architetto Di Vasta fu contattato telefonicamente dall’Assessore il quale lo rassicurò annunciando che l’amministrazione stava provvedendo per risolvere il problema. Parole positive cui, però, non sono seguiti fatti evidenti, concreti.
Lo scorso 9 luglio, il coordinatore della Protezione Civile comunale di Quarto ha scritto nuovamente all’Assessore chiedendo ufficialmente “aggiornamenti sulla sua segnalazione” aggiungendo “di non aver ancora notato nessun intervento migliorativo di messa in sicurezza del sito”. Il bene in questione (montagna spaccata) rientra nelle competenze della Soprintendenza e, quindi, i tempi ed i pareri tecnici lasciano ampi spazi all’immaginazione in termini di risoluzione.
Resta il fatto che, pur nel rispetto delle leggi e delle procedure previste, ogni giorno che passa può rappresentare un mancato incidente… Un altro inverno è alle porte con le relative piogge e foschie che renderanno più complicata ed insicura la circolazione stradale su quella strada.
E’ giunto il momento di far sentire la propria voce, esprimere pubblicamente il proprio disagio se vogliamo che in questo paese si rispetti anche la vita umana al pari del bene archeologico.
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