Il terremoto di Amatrice, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto, Accumuli ha prepotentemente acceso i riflettori sulla Protezione Civile che, per tanti residenti a Quarto è una realtà non chiara, non ben definita. C’è molta ignoranza sull’importanza, sulle reali funzioni dei volontari che, recentemente, sono stati impegnati nella raccolta di oggetti (non alimentari) per le popolazioni vittime del sisma. Carenze, lacune che l’amministrazione sta iniziando a cancellare. Oggi, in aula, è stato approvato il “nuovo regolamento che sostituisce quello deliberato nel 2009” (disponibile sul sito ufficiale del comune). “In questo modo – evidenzia il presidente della commissione Bilancio Vincenzo Di Pinto – sono chiarite le figure coinvolte in questo sistema (volontari, coordinatori, sindaco, agenti della polizia Municipale), le competenze, i compiti, la valenza del Centro Operativo Comunale” che diventa prioritario in occasioni di calamità naturali. “Questo – rilancia il presidente della commissione Affari Generali Gianluca Carotenuto – è solo l’inizio di un percorso che proseguirà verificando l’intera struttura che deve essere pronta in caso di emergenza”. Allo stato attuale non lo è assolutamente. All’entusiasmo, alla passione, alla disponibilità degli operatori fa da contraltare la carenza di divise, di mezzi, di assicurazioni. Alcuni sponsor hanno permesso di ridurre la spesa spettante al comune, ma la quota mancante è ancora alta (una divisa completa costa 250/280 euro). “Dobbiamo capire la cifra occorrente – domanda il consigliere Gabriele Di Criscio – Questo regolamento è utile, non comporta un impegno economico dell’ente, ma non basta per rendere pienamente operativo il gruppo. Il nostro territorio è stato inserito nella zona rossa, possiamo aspettarci qualche evento”. Un aspetto pienamente noto ai volontari, diversi con lunga esperienza nel settore (e con esercitazioni alle spalle, una, proprio a Quarto, nell’aprile 2013) in cui hanno già dimostrato le proprie capacità. “Siamo consapevoli che non basta la volontà – chiosa il primo cittadino Rosa Capuozzo – Quando siamo arrivati il gruppo era disfatto, noi abbiamo operato per allestirlo ed ora ci stiamo concentrando sul reperimento dei mezzi necessari e per una sede. In attesa di una più appropriata sono temporaneamente dislocati presso la scuola Lancia” dove è stato effettuato il nobile servizio della passata settimana. Sono collocati nell’edificio ad un piano sito alle spalle della scuola di piazza Santa Maria in locali che sono classificati come “deposito”. Per wikipedia, “è un termine che indica un luogo in cui è possibile “raccogliere”, o “immagazzinare” diversi oggetti”. Medesimo il significato dato dal sito dizionari.corriere.it. Di conseguenza non è adatto per ospitare persone e, soprattutto, assemblee. Lo è, invece, lo stadio Giarrusso che, in base al vecchio regolamento, non è inserito tra i luoghi utilizzabili per accogliere eventuali sfollati. Una particolarità evidenziata dal consigliere Di Pinto che ha sottolineato come già in quel periodo “c’era molta attenzione” sull’impianto di via Alighieri.
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