Tragodia, un testo brillante e paradossale

Il 30 settembre, alle ore 20:30, al teatro Bolivar di Napoli andrà in scena all’interno della rassegna “Duetti Nuove Vele” lo spettacolo “Tragodia – Il canto del capro” con regia di Ettore Nigro. Abbiamo parlato di questa rappresentazione con l’autore nonché unico attore Emanuele D’Errico: “Questo progetto nasce per caso –rivela – Partecipai ad uno stage con il regista tedesco David Jentgens e questo percorso doveva concludersi con la stesura di un monologo recitato da noi stessi. Da un flusso di coscienza è nata la storia di un uomo che si innamora di una capra. Dopo averlo riletto è scaturito un testo paradossale, ma con una sua credibilità che è piaciuto a tutti. Mai avrei pensato di riuscire in questo intento”. D’Errico, insieme all’attore e regista napoletano Nigro, ha lavorato svariati mesi per trasformare questo singolo racconto, difficile quindi da mettere in scena, in un monologo completo. “Senza Ettore questo non sarebbe stato possibile. Ccolgo l’occasione per ringraziare anche l’assistente-regia Rebecca Furfaro e la compagnia Danza Flux che mi ha aiutato molto per i movimenti che farò sul palco”. Ma perché questo titolo così particolare? “La prima volta che ho voluto rappresentare tutto lo spettacolo avanti a Nigro ci siamo detti che era una tragedia, in realtà è un testo brillante e paradossale ma con una sua chiave tragica. La tragedia greca deriva da Tragodia che è il canto del capro, appunto. Nello spettacolo si capirà ancora meglio il perché del titolo”. Il 30 settembre non sarà l’esordio assoluto sul palcoscenico per Emanuele D’Errico, allievo della scuola del teatro Stabile di Napoli la cui direzione era di Luca De Filippo (venuto a mancare l’anno scorso) e che è passata a Mariano Rigillo, e proprio da De Filippo selezionato dopo dei provini: “Sono un allievo, non sono ancora esploso – precisa – Ho ancora tanto da fare prima di avere la possibilità di esplodere. La recitazione è il mestiere più bello e più brutto del mondo, vivere con il teatro in quest’epoca è difficile, ma sono convinto che quando c’è una passione si deve portare avanti, basta crederci. Anche a costo di non potermi permettere certi lussi io sono convinto di voler vivere con il teatro”.
Cosa si aspetta da questa rappresentazione? “Ci sto lavorando da molto, è un’emozione incredibile andare in scena da solo a 21 anni con un monologo scritto da me. Spero vada bene, vorrei entrare nei cuori e nelle menti delle persone”. Come scritto “Tragodia – Il canto del capro” sarà inserito all’interno della rassegna “Duetti Nuove Vele”, start-up che apre la stagione teatrale del teatro Bolivar, infatti, quella stessa sera sarà rappresentato anche “Luci delle città / Stefano Cucchi”, opera scritta da Francesca De Nicolais e con la regia di Pino Carbone.

 





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