Quante inesattezze e assurdità nelle polemiche della minoranza rispetto all’inaugurazione della casa della cultura Silvio Voltani.
Prima di tutto, se la precedente amministrazione aveva deciso – peraltro coi soldi elargiti dal GAL – di ristrutturare quel “vecchio rudere”, come lo hanno definito, la nuova amministrazione doveva lasciarlo andare all’incuria o non aveva il dovere di riempirlo con progetti e proposte?
E ancora, l’area fitness nel viale dei nati è stata inaugurata l’anno scorso alla presenza dei rappresentanti dell’ex amministrazione da noi invitati a dimostrazione della correttezza del nostro atteggiamento, e successivamente da noi intelligentemente utilizzata per organizzare una festa, per creare un momento di ritrovo e di socializzazione dopo i tanti mesi di isolamento causati dalla pandemia. La domanda torna spontanea: siccome era stata pensata precedentemente, la si doveva lasciare all’abbandono o era bene usarla e metterla a disposizione della cittadinanza come abbiamo fatto noi?
L’autostrada A13 che attraversa il nostro territorio è stata progettata negli anni ‘60, non ci pare che Fanfani un giorno sì e l’altro pure lo ricordasse ai suoi successori sulla stampa come un bambino capriccioso.
Per tornare alla casa della Cultura Silvio Voltani, l’attuale amministrazione, nei lunghi mesi di obbligata chiusura dovuta al covid (e non certo di “dimenticatoio”) ha vagliato attentamente l’uso da farne e mentre qualcuno oggi non avendo fatto nulla prima si sveglia ricco di idee geniali e parla dicendo “si poteva fare così o cosà” noi abbiamo agito, progettato e fatto, mettendo a disposizione di Occhiobello un luogo che prima non c’era, portando anche il servizio bibliotecario, cosa che mai nei decenni precedenti era stato fatto. Niente quindi né di “improvvisato” né di “repentino”, ma una studiata delibera di giunta che ha affidato con tanto di convenzione di servizi ad una società privata (e non ad una associazione!) la gestione dei locali a favore della cittadinanza per un periodo limitato di due anni proprio perché il progetto è un progetto sperimentale a completa disposizione di ulteriore idee e persone. E’ fastidioso ma inevitabile dover segnalare alla minoranza i numerosi affidamenti diretti delle precedenti amministrazioni ad attività private o associazioni, anche di locali del Comune, per durate improponibili pluridecennali e con contributi, quelli si, milionari. La denominazione, infine, della struttura è stata valutata con un preciso intento evocativo di cultura e memoria storica assieme: non è stato cambiato nulla perché nulla prima esisteva.
Concludendo, davvero troppe le imprecisioni e le incoerenze della minoranza, troppe ma comprensibili: deve essere dura per loro assistere ad una amministrazione che inaugura, progetta e realizza nuove opportunità per i suoi cittadini, stando lontana da inutili ripicche ma con lucida continuità e con personale onestà intellettuale a favore del bene della cittadinanza.
COMUNICATO STAMPA assessore LORENZA ALBERGHINI (Politiche Sociali e per la famiglia) e Lorenza BORDIN (politiche giovanile, educative, cultura ed eventi).
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