Rifiuti, non è discriminazione questa?

I componenti di minoranza (Irene Bononi, Beatrice Borghi, Elisa Gessi, Franca Morotti, Laura Pasquini, Cinzia Pellati, Monica Righini) della Commissione Comunale delle Pari Opportunità hanno scritto una lettera indirizzata ad Ecoambiente ed al Consiglio di Bacino di Rovigo per sottoporre alla loro attenzione una propria proposta in materia di gestione di rifiuti.

Noi di Occhiobello, secondo i dati Arpav Veneto del 2021, produciamo 521 kg pro capite annuo di rifiuto e lo differenziamo per il 72,2%, ciò che resta indifferenziato sono quindi 144,83 kg a testa. Se sei donna, di questi 144,83 kg si può per esperienza ipotizzare che almeno 2 di questi siano composti da assorbenti/ presidi igienici per il ciclo. È vero che ci sono altri prodotti eco-friendly o riutilizzabili per affrontare il ciclo; tuttavia, la maggior parte delle donne ricorre agli assorbenti nelle sue molteplici forme, taglie e marche.

Facendo riferimento ai dati Arpav e alla percentuale di popolazione femminile del Comune di Occhiobello, questo indifferenziamento delle donne influisce sul totale del rifiuto indifferenziato per una quota che sta tra 1,49 e il 2,16 per cento.

Un problema piccolo, ma inevitabile tanto quanto i pannoloni degli anziani e i pannolini dei bambini e proprio come i dispositivi sanitari di questi ultimi, gli assorbenti, a causa del sangue raccolto, dopo un certo periodo di tempo, e si evidenzi il contributo del caldo, emanano fetore. La natura ha scelto il sesso femminile per sto tour de force (40 anni di fertilità non sono pochi!). E finora abbiamo avuto la possibilità di liberarci di questo fardello comodamente e quando necessario senza costi aggiuntivi. Ma dal primo aprile 2023 le cose cambieranno grazie all’applicazione della nuova TARIP. Immagino sappiate perfettamente come questa funzioni, ma lasciate che riassumiamo brevemente: il costo è dipendente dalla conformazione del nucleo famigliare e da questo dipende anche il numero di svuotamenti dell’indifferenziato.

Facciamo quindi un esempio: un nucleo famigliare di tre persone ha garantito 5 svuotamenti in tariffa per il secco. Ora ipotizziamo che una di queste tre persone sia una donna che una volta al mese ha il ciclo per un totale di 12 cicli all’anno, applicando un po’ di matematica ci rendiamo conto che 5 svuotamenti non sono assolutamente sufficienti per poterli smaltire nello stesso modo in cui si faceva fino a prima del 1° aprile di quest’anno. Si nota quindi la necessità di 7 svuotamenti in più per un costo totale di 98 euro (14 euro per svuotamento). Si può quindi dire che il gestore propone a questa donna, e a tutte le altre, di tenere il tutto in un sacchetto posto nel bidone da esso fornito. Bidone posizionato, magari, sul balcone esposto al sole, che ricordiamo aumenta la puzza.

Notiamo quindi che a causa dell’origine di questi rifiuti il problema è di tipo igienico, questo non è certamente un problema inevitabile, ma è un problema creato da persone che appartengono al genere XY e che non hanno esperienza diretta di questo “problemino”. Sembra ironico, ma nella provincia di Rovigo per il 51% formata da donne, ci vuole mediamente “un centone” perché esse possano smaltire questo tipo di rifiuto e continuare a mantenere lo standard dello scorso anno. Eppure, non possono mica fare diversamente.

Non è discriminazione questa?

Agli uomini almeno il residuo di barba scivola via con l’acqua del lavandino ed una bomboletta di schiuma da barba dura due mesi, idem lamette dei rasoi… Insomma, le peculiarità del loro genere sono inodori. Che fortuna, per carità si paga anche il servizio idrico, ma per loro il problema dell’odore mica c’è. Inoltre, si discrimina la donna non fornendole un servizio già garantito per anziani e bambini, ricordiamo che, come feci e urina, il flusso non è controllabile. Siccome la donna va rispettata tutto l’anno e non solo l’8 marzo e affinché questo nostro ragionamento non venga ritenuto come una delle “solite lamentele”, proponiamo nell’immediato queste soluzioni:

Soluzione uno: istituzione sperimentale per sei mesi di un cassonetto dedicato solo ed esclusivamente alla raccolta di presidi igienici da ciclo, piazzato sotto una telecamera nell’ecocentro comunale (che è il luogo più idoneo a conservare i rifiuti). Tanto, basta contenerli in sacchi di plastica, come suggerito dal gestore. Ritiro senza pagamento. In futuro si potrebbero posizionare in vari posti del Comune (distanziati dalle case), dei cassonetti intelligenti che si aprono riconoscendo il sesso F dell’utente dalla tessera sanitaria.

Soluzione due: estendere alla donna il servizio di ritiro gratuito di pannoloni e pannolini già garantito ad anziani e bambini.

Ora che ne dite?”

DUE PROPOSTE AVANZATE AD ECOAMBIENTE ED AL CONSIGLIO DI BACINO





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