Votare è un diritto e un dovere civico

Dall’agosto 2012 (quando è nata) Risonanze Mediatiche è sempre stata una testata giornalistica libera, indipendente, imparziale, neutrale e non trasgredirà mai a questi valori in cui crede fermamente. A poco più di 13 giorni dall’apertura delle urne (sabato 8 giugno dalle ore 15 alle 23 e domenica 9 dalle 7 alle 23) rivolge un solo chiaro appello ai propri lettori, ma soprattutto, cittadini di Occhiobello.

E’ vero che le vostre giornate sono intense, piene di impegni (lavorativi, familiari ed hobby), ma dedicate un paio d’ore alla lettura attenta, concentrata, meticolosa dei programmi elettorali delle due liste (un ampio stralcio è disponibile dalla serata di domenica 26 maggio su questo sito internet), poi, vi basteranno altri 20 minuti massimo per recarvi al vostro seggio in via Amendola o in via Savonarola (indicato sulla tessera elettorale) ed esprimere, sulla scheda (che vi sarà consegnata), la vostra preferenza qualunque essa sia. Non vogliamo conoscerla e non vi indirizziamo assolutamente verso nessuna opzione possibile.

Ricordiamo che votare è un diritto sancito dall’articolo 48 della Costituzione per “tutti i cittadini di ambo i sessi che hanno raggiunto la maggiore età” e “non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile”.

La legge fondamentale dello Stato Italiano specifica che “il voto è personale ed uguale, libero e segreto” e che “il suo esercizio è dovere civico”.

Ci sono uomini e donne che, nella storia, si sono battuti per ottenere questo diritto (sino al 1946 non era garantito alle signore). Esercitarlo è il modo migliore per onorare la loro memoria.

Vi chiediamo qualche altro minuto di attenzione per scoprire e/o ripassare il meccanismo elettorale che, nei comuni italiani, è disciplinato dal Testo Unico sugli Enti Locali (noto anche come Tuel).

Sono previsti format differenti in base al numero degli abitanti: superiore ai 15000 e inferiore a questa soglia. Occhiobello rientra nella seconda categoria e, quindi, segue il dettato dell’articolo 71.

Ciascuna candidatura a sindaco è collegata ad una lista di” aspiranti “alla carica di consigliere comprendente un numero di” iscritti “non superiore” alla quota di persone “da eleggere e non inferiore ai 3/4”. “E’ assicurata la rappresentanza di entrambi i sessi”, ma “nessuno dei due può essere rappresentato in misura superiore ai 2/3”.

Ciascun elettore ha diritto di votare per un” aspirante primo cittadino “segnando il relativo contrassegno” presente sulla scheda. “Può altresì esprimere una preferenza per un candidato consigliere compreso nella lista collegata” al pretendente “sindaco prescelto scrivendone il cognome nell’apposita riga stampata sotto il medesimo contrassegno”. Nei paesi “con popolazione compresa tra 5000 e 15000 abitanti” è possibile inserire sino a due indicazioni, ma “devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda”.

E’ proclamato sindaco” l’aspirante “che ottiene il maggior numero di voti”. Nel caso di Occhiobello né basta anche uno solo in più.

A ciascuna lista si intendono attribuiti tanti voti quanti sono” quelli “conseguiti dal candidato sindaco collegato”.

Alla lista del futuro primo cittadino “sono attribuiti 2/3 dei seggi” nel civico consesso.

I restanti sono ripartiti proporzionalmente fra le altre”. In questo caso specifico all’unica perdente. Poi “nell’ambito di” ognuna “sono proclamati eletti consiglieri secondo l’ordine delle rispettive cifre individuali. A parità” vale “l’ordine di lista” stabilito quando è stata ufficialmente presentata. Un“seggio è attribuito al candidato sindaco” perdente.

ABBIAMO NOTATO UN COSTANTE, CONTINUO CALO DI INTERESSE VERSO LA POLITICA





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