Diffondere la cultura anche in luoghi non tradizionali, ma molto conosciuti, vissuti dalla popolazione. E’ questo l’obiettivo della rassegna “Gli Aperilibri” organizzata dalla sezione di Quarto dell’AICAST e dal Comitato 80010 con il supporto del Bar Saint Mary, della Cartoleria Ardea, di letteratu.it (rivista online e cartacea che incoraggia e stimola all’approccio creativo con la lettura e la scrittura) e risonanze mediatiche (media partner). “E’ un primo ciclo di quattro incontri (dalle 18.30 alle 20) in cui si mescolano letteratura, l’arte e la degustazione di prodotti tipici – spiega Vincenzo Di Pinto (presidente dell’AICAST Quarto) – Un mix unico nel panorama locale per regalare occasioni di svago e formazione. Ogni autore lascerà il proprio libro che sommati a quelli donati dai nostri partner, saranno usati per allestire un piccolo bookpoint nel bar. Nei giorni seguenti le persone potranno tranquillamente leggere i volumi sorseggiando una bevanda o degustando dolci”. “Un progetto– sottolinea Ersilia Di Falco (Bar Saint Mary) – che coinvolge più aspetti della vita moderna e che ravvierà ulteriormente la piazza centrale del paese. Siamo molto attenti alle dinamiche locali, alle idee che si sviluppano e che possono meritare un sostegno in quanto utili per la città e lacrescita culturale, sociale della collettività”.
Nel primo appuntamento (tutti con ingresso libero, ma posti limitati e, quindi, da prenotare) si affronta il tema della paura che “è un’intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. E’ comune sia agli uomini sia agli animali e nasce nella testa prima che altrove”. E’, inoltre, l’argomento centrale dell’ultimo libro “La paura è bugiarda” di Tiziana Beato che racconta se stessa non sul piano fisico, ma su quello mentale.
“Il percorso di rinascita della protagonista avviene attraverso un mentore, una sorta di guida (la psicologa Vera), che come in una scalata di una montagna, lega a sé l’altra, assicurando la sua mente ed il suo “io” in un rapporto di fiducia, che diviene uno scambio per entrambe. Le due donne si fidano l’una dell’altra”. Il mondo della paziente è descritto da due angolazioni differenti. E’ un presente dinamico, ricco di impegni (lavorativi, teatrali, sociali, familiari) che rispecchia tanto quella della scrittrice che è, amichevolmente, simpaticamente, definita una “Giamburrasca” per vitalità, frenesia, attivismo sano, positivo. Caratteristiche che sono emerse anche nella serata in cui la ceramista Emilia Balestrieri ha realizzato, live, un lavoro su mattonella. I presenti hanno sorseggiato l’aperitivo offerto dal bar.
Venerdì 27 marzo sarà presentato “CiocCioc – La diversità che unisce”, il romanzo in cui Rosa Giordano racconta la storia di una bambina che non può mangiare cioccolato perché le provoca mal di pancia e lo spuntare di puntini rossi sul viso. Per questo motivo la piccola è esclusa dai coetanei, ma questa sua diversità diventerà la sua forza. Il tema dell’esclusione, a seguire, della ricerca dell’integrazione, disegna un finale che restituisce al bambino la sua identità “geneticamente” inclusiva. E risuona, in questa vicenda dalle atmosfere vagamente africane, come campanello d’allarme per gli adulti, infaticabili fabbricanti di barriere. Ostacoli alla socializzazione, alla vita di gruppo. In quest’occasione una pittrice dipingerà, in tempo reale, un quadro e sarà possibile degustare i prodotti della cioccolateria locale Theos.
La scelta è il filo conduttore de “Il muschio nasce al sud”, il romanzo scritto da Luca Marano (giornalista e direttore di 3 riviste) che sarà presentato giovedì 9 aprile. Il protagonista è un giovane che affronta un percorso di formazione durante il quale è costretto continuamente a scegliere tra la danza e lo studio della storia, le sue due grandi passioni. Nel libro c’è una continua tensione esistenziale, morale, etica. Una voglia di unire le due metà per farne una sola. Una volontà di conciliazione degli opposti. Una storia di vita inserita nel contesto universitario che è quello che l’autore conosce meglio. E’ un ambiente in cui gli studenti non hanno vita facile e lunga. Ogni 100 dottori di ricerca solo uno diventa ricercatore e l’Italia non li sa valorizzare e non comprende la loro importanza pur avendo loro una formazione più profonda rispetto a quella dei colleghi stranieri che, invece, è più specifica, settoriale. Un musicista allieterà la serata in cui sarà sorseggiata della birra.
Il 24 aprile sarà compiuto un intrigante viaggio tra le vie del capoluogo campano alla ricerca della radici popolari dei loro nomi. Ciò è possibile sfogliando le pagine di “Napoli street” di Gennaro Galario che “da bambino leggendo, anche distrattamente, le targhe delle strade” cercava “di capire perché avessero quel determinato nome”. Iniziò a “cercarne l’origine, la derivazione, le curiosità, gli aneddoti particolari”. Giunse così “alla conclusione che il 99% delle vie caratterizzate da nomi particolari sono solo” in questa città. Cominciò a prendere qualche appunto mentre gli venne in mente di “divulgare ciò che aveva appreso”. E’ così nato questo book che soddisfa la curiosità di tanti e pone un interrogativo: perché nel corso degli anni e nel silenzio quasi generale la più estesa e importante rete tramviaria europea (con le linee “papunciello” e “alifana”) è stata soppressa e smantellata?
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