Le mille facce artistiche di Antonio Aramini

Qualche giorno fa è stato il suo onomastico. Antonio Aramini è un personaggio a 360°. Si diletta con la poesia e con il disegno. Ha raccontato le sue capacità, i temi in questa bell’intervista curata da Fabio Lo Tartaro per il numero dello scorso settembre di Quarto Magazine.

E’ stato davvero molto difficile convincere Antonio Aramini a farsi intervistare. La sua timidezza, il suo essere schivo e riservato hanno infatti resistito fino alle ultime luci di un’estate ormai conclusa quando, contattandomi, mi diede la sua disponibilità a raccontarsi, ma solo tramite posta poiché, a suo dire, avrebbe avuto un miglior modo di parlare, non condizionato dalla mia eventuale presenza o da un occhio investigatore. Persona mai banale, sempre molto presente sui social nonostante la sua ritrosia a mostrarsi, artista poliedrico e conoscitore di detti, aneddoti e persone di una Quarto ormai al tramonto, nel poco tempo dedicatomi, è riuscito a trasmettere le sue emozioni di uomo ma anche di artista, con quel suo parlare talvolta in versi, talvolta in gergo, sempre con vivacità e mai con mestizia: “Il mio attaccamento alla terra di Quarto – ha esordito Antonio – e alla sua cultura è profondo ed è legato al fatto che sono originario di questo paese da diverse generazioni, ed essendo cresciuto coi nonni paterni fin dalla tenera età e vivendo la maggior parte della mia infanzia e adolescenza in contesti di persone anziane del luogo ho assorbito molto della Quarto antica, in modo forse più marcato rispetto alla mia generazione. Quindi modi di fare, di dire, vicende e aneddoti, propri di quella Quarto che non c’è più, mi è stata da loro trasmessa. Ecco che molto del mio carattere si è formato in un ambiente un po’ anacronistico per certi versi e ciò si è riversato anche sui modi in cui poi tendo ad esprimermi e nei toni leggermente classicheggianti delle mie poesie nel mio tentativo di recuperare e possibilmente trasmettere e tramandare, a chi ne leggerà in futuro, quelle emozioni, a tratti confesso, forzatamente solenni, ma tutto sommato variegate nelle forme, e dai più disparati contenuti, pur premettendo che la mia conoscenza letteraria è quella comune, che ho imparato a scuola come tutti, e distratto dai miei tanti hobby, non ho mai preso l’impegno di approfondirne lo studio in modo sistematico”.

Un cantore della Quarto antica e moderna da sempre alla ricerca di un verso per inaugurare ogni nuovo giorno: “La poesia, più precisamente lo scrivere in versi, è quella per cui sono più conosciuto e sinceramente praticandola da ormai quasi vent’anni, é l’espressione personale per cui sono più portato, pur avendo sperimentato con discreta fattura, anche qualche racconto in prosa, componendo diversi romanzi brevi. Ho partecipato anche ad alcuni concorsi di poesia, ma non amo particolarmente la competizione e preferisco condividere i miei pensieri e le mie creature con gli amici, reali e non. I disegni invece non sono altro che tentativi più o meno riusciti di ritrarre in modo peculiare volti umani di personaggi famosi o amici e parenti. Sono un semplice diversivo, un passatempo di cui non ne conosco tecnica avendo studiato ben altro. Io sono un odontotecnico qualificato, quindi ben lungi dall’essere definito disegnatore, seppure a volte, dopo tanti tentativi di gomma, posso dire di essermela cavata, non sapendo in effetti nemmeno iniziarlo un disegno, se non copiandolo. Tutto sommato per me sono hobby che coltivo con passione, cercando di dare del mio meglio, e magari farne possibilmente tesoro per un discorso più redditizio oltre che di pura gloria. Quindi, disegnatore non di certo, poeta possono esserlo tutti, ed io lo sono in un momento particolare in cui è il cuore che apre la bocca e muove la penna. Scrittore? diciamo uno cui piace scrivere”.

Personaggio poliedrico e dai tanti spunti artistici, timido dal vivo ma schietto e sincero davanti la tastiera, Antonio è in continuo contatto con il mondo dei social che gli ha permesso di farsi conoscere ed apprezzare: “Ho scoperto facebook da due anni. E’ un semplice e stupendo strumento per comunicare con amici. Pubblico molte poesiole anche sulla pagina Sei di quarto flegreo se…dal tema vernacolare, genere questo che ho scoperto e valorizzato grazie ad un caro amico, il poeta Dario D’Angelo, che me lo ha trasmesso. Ormai confondo la tastiera con la penna stretta al pugno, ma certo la carta ha un valore ovviamente più affettivo dato che l’odore delle pagine di un libro non ha pari con la luce emanata da uno schermo”.

Grande appassionato di scacchi e, a suo dire, discreto strimpellatore con la chitarra, è la scrittura il modo con cui riesce meglio a comunicare, sia essa in prosa o in poesia: “La scrittura è nata come semplice sfogo terapeutico anni fa per un piccolo problema di cui ho sofferto. Col tempo ho provato a immedesimarmi nel mio ruolo di poeta scrivendo o per l’uno o l’altro amico o amica, anche in vani tentativi di corteggiamento, e sono stati proprio questi amici a rivelare la scoperta di quello che poi si è rivelato un talento. Da qui ho cominciato a tirarci il meglio studiando poeti come Quasimodo, Montale e Ungaretti, e cercando di emularne i tratti delle loro opere. Poi ho scoperto e valorizzato il mio stile personale accompagnato da molte tematiche sviluppate su commissione, ma sinceramente non ho mai pensato di poterne fare una vera professione. Quindi non ho mai sentito l’esigenza di farmi conoscere al di là di quello di cui i miei amici e pochi conoscenti sappiano già di me e delle mie creature. Sinceramente se fossi un grande scrittore sarei alla stregua di quelli che operano nell’ombra, creano in una baita di montagna al lume di una lampada a completare le loro bozze consegnandole al loro editore, uno di quelli che tutti sanno ma nessuno conosce”.

Amore viene, quando una nota vaga nel cosmo, in cerca di un menestrello che possa accoglierla in cuor suo e farne musica, spesso mi ritrovo, a svolazzare di corolla su larghi prati in cerca di geranio su cui posarmi… L’amore, colonna sonora di quasi ogni poeta, un sentimento dalle mille facce, per una donna, per una persona ma anche per una città, quella di Quarto e ai suoi abitanti a cui Antonio si sente particolarmente legato: “Quarto è una bella realtà, le persone ci sono e anche la volontà di migliorarla se le maniche si rimboccassero a tutti i livelli. Con un progetto di vita comune serena e pacifica potremmo trovare le risorse per mettere in moto la macchina umana con la sua principale fonte di energia, cioè la volontà. Se solo ci sforzassimo di accettare la realtà con tutte le sue sfumature potremmo costruirci un buon futuro mattone dopo mattone e viverci bene almeno per un po’. Non posseggo sfere per predire futuri ma già iniziare dal presente, da domani stesso, a lavorare su noi stessi in primis e sul territorio a cominciare dal non sporcare grazie ad un minimo di educazione civica e comportamento corretto possiamo ben sperare che in tempi prossimi se ne potrà far di strada. Non sono però tanto esperto da poter dare consigli ai politici poiché mi occupo del lato umano e sociale del contesto in cui vivo e non partecipo propriamente alla vita politica se non nel minimo dovuto alla società. Tutto ciò lo delego a politici di sani principi che comunque, a mio modo di pensare, in quanto uomini come tutti noi sono pregni, com’io per primo, sia di buona che cattiva volontà”.

 

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