Siamo i più schiavi della storia

Una visione fredda, lucida, della società contemporanea è stata enunciata da don Luigi Verdi (responsabile della Fraternità di Romena) durante l’evento “Giornata della Sobrietà” organizzato dall’associazione Terra Libera Quarto. “Viviamo un tempo che fa schifo ad ogni latitudine – esordisce – C‘è un veleno che gira da tanti anni. Sono quasi 40 in cui sembriamo idioti, molti genitori sono esauriti perché corrono senza logica e non riescono a controllare, seguire i propri figli, non ne conoscono le emozioni, le sensazioni. Sono stanchi, sfiniti, non più cattivi di quelli di una volta. I ragazzi odierni sono rincoglioniti, hanno pensieri profondi, sogni bellissimi, ma li nascondono, preferendo somigliare a modelli. Sono spesso tristi, con poca luce negli occhi e scarsa speranza nel futuro. Troppi si suicidano perché il dolore è muto, nascosto: non riescono a tirarlo fuori e quando accade si verifica un’esplosione forte. Il dolore è sacro, va rispettato, espresso, ma oggi c’è troppa solitudine e questo è il peggiore di tutti i mali. In particolare i giovani cercano un po’ d’affetto, sentirsi a casa, ma non inteso come luogo fisico, ma come quegli spazi in cui essere ascoltati dai genitori, dall’amico del cuore. Se qualcuno ti ascolta ti senti unico altrimenti sei un numero”. Tanti, troppi ce ne sono nella società contemporanea “troppo virtuale” in cui è forte la tendenza a non prendersi responsabilità, a scaricarla su qualcuno o qualcosa, invece bisogna essere consapevoli “ovvero toccare per capire”. Un mondo cattivo, caotico, ma che si può migliorare, cambiare, partendo da poche cose. “In primis la libertà – asserisce – Ci hanno fregato, siamo i più schiavi della storia anche se non ci sono le catene fisiche. Dipendiamo dalle paure, dalle mode, dai governanti. Gesù è l’unico che non si è fatto comprare da nessuno, smettiamo di farci comprare. Facciamo attenzione alle parole che spesso sono fregature, valgono di più i gesti, la sincerità. Puntiamo sulla tenerezza che è il punto più alto dell’amore. Non uccidiamola. Non dobbiamo aver paura delle nostre debolezze, anzi devono essere un punto di forza così come le ferite. Ognuno di noi le ha, deve cercare di capirne il perché e da questo ripartire. Non fatevi avvelenare dal dolore, ma comprendete che vi aiuta a crescere, continuare a vivere. Anche nei momenti più brutti se siete onesti non vi mancherà mai un amico o un pezzo di pane. Anche se siete poveri avete gente intorno a voi e la luce nei vostri occhi, i ricchi cercano la felicità, ma essa è temporanea, fluttuante, a voi auguro la gioia che è il più puro dei sentimenti”. Con queste parole ha chiuso il suo intervento che è stato ascoltato con molta attenzione dai presenti che hanno colto il profondo significato delle sue parole.

 

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IL RACCONTO DELLA GIORNATA DELLA SOBRIETA’:

Nella sobrietà c’è il germoglio del cambiamento





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