La storia di Quarto non si cancella

Fiumi di  parole scorrono sull’inchiesta giudiziaria in cui è coinvolto l’ex consigliere comunale De Robbio, sull’ex assessore Ferro, sul geometra Intemerato e sulle possibili ripercussioni di quest’indagine sull’amministrazione pentastellata in carica dallo scorso giugno.  L’onda cresce sempre più travolgendo quanti si stanno lasciando portare via da una forza sempre più dirompente. In questo mare di termini ci sono alcuni scogli ben saldi. Le prime carte rese pubbliche dagli inquirenti (gli unici con le capacità e le competenze per emettere giudizi), la relazione del 27 marzo 2013 dell’allora ministro degli interni Cancellieri che sciolse il comune per infiltrazioni camorristiche e l’interessante ricostruzione storica realizzata da don Fabio De Luca (parroco della Chiesa Maria Regina della Pace).

Per la prima volta la espose il 12 febbraio 2015 nel teatro del centro giovanile Qin+ di via Marmolito durante il primo incontro del ciclo “Uno sguardo sulla città per un cambiamento possibile” promosso dalla Forania. A distanza di quasi 11 mesi è utile rileggerla, conoscerla per avere un quadro più ampio degli ultimi 25 anni della politica locale. Il passato (bello o brutto che sia) non va mai dimenticato perché aiuta a costruire un futuro migliore per un singolo e per le comunità.

Nel 1990 c’era la giunta Di Falco che fu sciolta (dopo 2 anni) per infiltrazioni camorristiche nel piano di fabbricazione. Nel successivo processo il sindaco ed alcuni consiglieri furono prosciolti, ma ormai il mandato era stato interrotto. Nel 1994 ci fu l’ampia vittoria della coalizione di centro sinistra guidata da Antonio Ciraci che ottenne ben 18 consiglieri (di cui 17 dell’allora PDS) su 30. Riuscì a completare la legislatura, ma la successiva finì anzitempo per la sfiducia inflitta al sindaco che aveva una maggioranza ridotta (15 consiglieri).

Le elezioni del 2001 furono vinte da Gabriele Di Criscio che fu sospeso per conflitto di interessi (era l’amministratore della Multiservizi). Il “potere” fu affidato al vice sino al suo reintegro. Dopo circa un anno e mezzo, però, fu sfiduciato. Stessa sorte anche per Pasquale Salatiello (2003/05) e per Sauro Secone (2007/11).Sembrava destinato ad una vita più lunga la giunta Massimo Carandente Giarrusso, ma il sindaco si dimise nell’estate 2012 per non ostacolare l’indagine della Magistratura che ha, poi, portato al vigente scioglimento per infiltrazioni camorristiche (iniziato nel marzo 2013). “Volendo riassumere: in 25 anni si sono succedute 7 amministrazioni ordinarie, ma solo una ha completato la legislatura – puntualizzò – Ci sono stati quasi 10 anni di commissariamento. E’ un dato che dice tanto sulle capacità di governare e sugli interessi particolari che spesso hanno preso il sopravvento. Dinamiche che hanno provocato il grosso degrado attuale. Nessuno ha potuto eseguire un vero progetto di sviluppo della città”. Quella sera, nel corso del suo intervento don Genny Guardascione (parroco della Chiesa Gesù Divino Maestro) fece riferimento alla lettera che i sacerdoti indirizzarono alla cittadinanza dopo la Visita Pastorale del Vescovo di Pozzuoli (inverno/primavera 2014).

 

 

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